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PACE IN UCRAINA: A QUALI CONDIZIONI?

Da più parti, in Italia come in Europa, l'opinione pubblica e i governi chiedono pace per l'Ucraina e, direi di conseguenza, fine dell'invio di armi all'esercito che difende il proprio Paese. Ma che pace sarebbe questa? Ottenuta come e da chi? Putin ha da sempre molto chiaramente detto, e dichiarato ufficialmente, che la pace si può fare partendo dalla situazione sul campo, mentre Zelens'kyi vuole la restituzione dei territori occupati, Crimea compresa per altro già occupata dal 2014. Come arriviamo ad un trattato di pace? Come fermiamo l'invasione russa? È chiaro a tutti che la Russia ha invaso un Paese sovrano violando il diritto internazionale e penetrando di fatto in territorio europeo? È chiaro a tutti che Putin ha già fatto annettere alla Russia dal suo governo Crimea e regioni occupate e non vuole restituirle all'Ucraina? Quale pace è possibile a queste condizioni? Quale capo di governo oggi è in grado di convincere Putin a fermare l'invasione e iniziare una trattativa di pace con Zelens'kyj? Putin è stato capace di ridare ossigeno alla NATO che Trump aveva deciso di depotenziare puntando a sganciarsi da una costosa cooperazione militare con l'Europa e preferendo invece rapporti politici, economici e militari bilaterali con governi europei amici. Putin è stato colui che, senza minimamente tentare una mediazione per i fatti di piazza Maidan (la Russia era Paese amico del governo in carica di Yanukovich) non ancora all'epilogo, mandò gli "omini verdi" ad occupare la Crimea e a farsi autorizzare (1 marzo 2014) dalla Duma ad inviare truppe in Ucraina dando il via - se vogliamo il pretesto - alla NATO per iniziare il posizionamento alla guerra e il rifornimento di armi e consiglieri militari all'Ucraina. Parlare di pace in queste condizioni è una proposta senza senso, fermo restando che qualcosa bisogna pur fare per fermare il massacro. Una soluzione percorribile, fermo restando l'opzione della trattativa ad oltranza, sarebbe quella di una discesa in campo dell'ONU (se esiste ancora) con la frapposizione di truppe di pace sul campo tra i due eserciti e con l'organizzazione di un tavolo di trattativa, ripartendo dal Protocollo di Minsk II, che veda seduta di fronte a rappresentanti della Russia una delegazione di rappresentanti delegati dal Parlamento europeo. Una riappropriazione da parte dell'Unione Europea del ruolo di mediatore in un percorso di pace. Con la speranza che questo percorso serva davvero a porre fine alla guerra e riesca a ricomporre l'unità territoriale dell'Ucraina ripensando al tempo stesso su come ricomporne quella politica. Operazione non semplice, vista la barriera di odio eretta sul campo tra le due comunità in guerra, ma che potrebbe essere quanto meno pensata nella forma in cui una situazione analoga - guerra nei Balcani - è stata gestita e realizzata favorendo la convivenza tra serbi e mussulmani in Bosnia e Herzegovina: creando uno Stato Federale, nel pieno riconoscimento internazionale di due entità politicamente autonome.




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