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RECOVERY FUND: PER L’ITALIA BUDGET RIDIMENSIONATO. E ANCHE PER IL MEZZOGIORNO

Il premier Draghi è intervenuto all'evento «SUD - Progetti per ripartire» organizzato dalla Ministra Carfagna nelle giornate del 23 e del 24 marzo, in vista della elaborazione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dell'Accordo di Partenariato 2021-27. L'evento ha ospitato i contributi, in video conferenze, di rappresentanti istituzionali e di esponenti di fondazioni, associazioni, scuole e università, parti sociali, imprese, aziende sanitarie. Tra i temi oggetto di confronto ci sono stati: lavoro, mobilità, istruzione, transizione ambientale. Il presidente Mario Draghi ha oggi aperto gli interventi ringraziando tutti i partecipati e ricordando che il programma «Next Generation EU» prevede per l’Italia 191,5 miliardi di euro da spendere entro il 2026. Tra gli obiettivi dell'Italia, ha specificato Draghi nel suo intervento, vi è quello di rafforzare la coesione territoriale in Europa e favorire la transizione digitale ed ecologica, per farlo occorre far ripartire il processo di convergenza tra Mezzogiorno e centro-Nord fermo da decenni. "Per la prima volta da tempo, abbiamo l’occasione di aumentare la spesa in infrastrutture fisiche e digitali, nelle fonti di energia sostenibili. Le risorse di Next Generation EU si aggiungono ad ulteriori programmi europei e ai fondi per la coesione, che mettono a disposizione altri 96 miliardi per il Sud nei prossimi anni. Ma abbiamo imparato che tante risorse non portano necessariamente alla ripartenza del Mezzogiorno" ha sottolineato Draghi, aggiungendo che per raggiungere gli obiettivi occorre superare due problemi "uno nell’utilizzo dei fondi europei, l’altro nella capacità di completamento delle opere pubbliche". Come specificato anche dalla ministra Carfagna, le risorse europee di Next Generation EU e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), al quale il Governo sta lavorando, dovrebbero permettere a diverse Regioni meridionali di abbattere nei prossimi anni le barriere che le allontanano dal Nord Italia e dal resto d'Europa liberando le proprie potenzialità e fungendo da traino al rilancio del Paese. Inizialmente, nel complesso, il “budget” italiano stanziato era pari a 208,8 miliardi di euro ripartiti in 81,4 miliardi di euro in sussidi e 127,4 miliardi di euro in prestiti. Di recente, però, il MEF ha stimato al ribasso le risorse del Recovery Fund destinate all’Italia a seguito della decisione presa dalla Commissione Europea che ha tagliato le cifre per quest’anno, prevedendo fondi a disposizione del nostro Paese per circa 196 miliardi di euro a prezzi correnti, di cui circa 69 miliardi di euro sotto forma di trasferimenti e circa 127 miliardi di euro sotto forma di prestiti. Tuttavia, come ha spiegato il ministro competente, Daniele Franco, gli ultimi dati statistici che il regolamento europeo prende a riferimento – cioè il Pil del 2019 – portano a una stima dell’entità delle risorse disponibili per l‘Italia ancora al ribasso, a 191,5 miliardi di euro: somma inferiore a quella indicata dal governo lo scorso gennaio. Quanto il premier Draghi ha esposto a Napoli.




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