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LA DICHIARAZIONE DI BALFOUR: INIZIO DELLA FINE
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- Di Comintern
- Sabato, 04 Novembre 2023 17:47
Il 2 novembre 1917 fu redatto un documento ufficiale della politica del governo britannico in merito alla spartizione dell'Impero ottomano all'indomani della prima guerra mondiale, passato alla Storia come la dichiarazione Balfour. Si tratta di una lettera, scritta dall'allora ministro degli esteri inglese Arthur Balfour a Lord Rothschild - principale rappresentante della comunità ebraica inglese e referente del movimento sionista - con la quale il governo britannico affermava di guardare con favore alla creazione di una "dimora nazionale per il popolo ebraico" in Palestina, allora parte dell'Impero ottomano, nel rispetto dei diritti civili e religiosi delle altre minoranze religiose residenti. Tale posizione del governo emerse all'interno della riunione di gabinetto del 31 ottobre1917. La dichiarazione Balfour, successivamente, fu inserita all'interno del trattato di Sèvres che stabiliva la fine delle ostilità con la Turchia e assegnava la Palestina al Regno Unito, in seguito titolare del mandato della Palestina. Il documento è tuttora conservato presso la British Library. La storiografia concorda nell'identificare al 7 febbraio 1917 il primo contatto ad alto livello fra gli inglesi e la leadership dell'Organizzazione sionista, laddove colloqui fra Sir Mark Sykes con Chaim Weitzmann e Lord Rothschild portarono a una richiesta avanzata da questi ultimi a Lord Arthur Balfour affinché si esprimesse pubblicamente in favore degli insediamenti ebraici in Palestina. Ulteriori proposte di dichiarazione vennero avanzate nei mesi di settembre ed ottobre, per giungere infine al testo definitivo. L'insediamento di una comunità ebraica in Palestina rafforzò il ruolo arbitrale della Gran Bretagna nella regione, già assegnata con gli accordi Sykes-Picot del 1916, in vista di una spartizione dei territori dell'ex Impero ottomano, come poi avvenne con il mandato della Società delle Nazioni nel 1922. L'ambiguità intenzionale della definizione, che non alludeva a un vero Stato indipendente, non impedì la nascita di forti correnti di immigrazione ebraiche in Palestina (Aliyah) coordinate dall'Agenzia ebraica, anche sotto la spinta delle ricorrenti persecuzioni antisemite e dei pogrom in Europa orientale. Agli occhi del mondo ebraico, infatti, la dichiarazione apparve come l'autorizzazione che molti aspettavano per poter compiere una migrazione legale in Palestina.