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La verità storica sulla nascita delle Repubbliche Socialiste Sovietiche di Estonia, Lettonia e Lituania

Tra il novembre ed il dicembre dell'anno 1918 i governi provvisori degli Stati baltici, sull'onda della Rivoluzione russa, proclamarono le repubbliche socialiste sovietiche in Lettonia, 17 novembre, in Estonia, 29 novembre, e quindi in Lituania, 8 dicembre. Il 23 dicembre dello stesso anno il CEC (Comitato Esecutivo Centrale) della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR) deliberava il riconoscimento dell'indipendenza delle tre nuove repubbliche sovietiche, dichiarandosi completamente disponibile a prestare aiuto e sostegno ai popoli sovrani in lotta contro tutti gli eserciti, interni ed esterni, che contrastavano la Rivoluzione. Le successive vicende belliche videro interventi di eserciti polacchi e tedeschi che riuscirono in una prima fase a sconfiggere i governi sovietici nelle repubbliche baltiche imponendo governi amici fino a quando nel 1940, a seguito di scioperi e manifestazioni popolari contro i partiti nazionalisti borghesi al potere che portarono alla liberazione di detenuti politici ed all'occupazione di edifici governativi, furono indette, nei giorni 14 e 15 luglio, elezioni politiche che segnarono la vittoria dei partiti comunisti. I successivi governi popolari che si costituirono chiesero, nei giorni 21 e 22 luglio, l'adesione all'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Nella VII sessione del Soviet Supremo dell'URSS, tenutasi nell'agosto 1940, Estonia, Lettonia e Lituania furono ammesse all'URSS come repubbliche federate paritarie. Occupate dai nazisti durante l'avanzata del 1941, le popolazioni di Estonia, Lettonia e Lituania furono definitivamente liberate nel 1944, grazie anche all'intervento dell'Armata Rossa a supporto delle lotte dei partigiani baltici. In tal modo venne ristabilito il potere sovietico. Questa è la verità storica, non vi fu alcuna "occupazione" delle regioni baltiche da parte delle truppe dell'Armata Rossa.





 



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