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IL CAPITALE STA PIANIFICANDO LA RIORGANIZZAZIONE
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- Di Comintern
- Mercoledì, 25 Marzo 2020 12:09
Non solo Coronavirus. Con una recessione alle porte, le banche cominciano a dare segni di insofferenza nei confronti della politica ma anche di vitalità in ambito riorganizzativo. Non hanno, infatti, ottenuto deroghe mirate su alcune delle regole e dei meccanismi che compongono il variegato corpus normativo di settore nel tentativo di rendere anticiclica una regolazione concepita come fissa e che lascia inalterato il complesso impianto di definizioni e di regole sottostanti la gestione dei vari attivi dei loro bilanci. L’Abi (Associazione bancaria italiana) si è mossa, quindi, in questa direzione in modo autonomo: da un lato ha definito un perimetro di soggetti potenzialmente beneficiari di moratoria (oltre il 98% delle banche italiane aderisce alle nuove moratorie sottoscritte da ABI e dalle Associazioni di rappresentanza di impresa) e dall’altro ha chiesto una deroga ai regolatori (Consiglio di vigilanza della BCE e Autorità bancaria europea) per congelare o diluire alcune definizioni ed alcuni meccanismi regolamentari data l’eccezionalità del momento. Le problematiche sanitarie dell’epidemia restano di gran lunga l’aspetto più urgente da trattare, ma purtroppo non l’unico. Con una recessione alle porte, anche per il settore bancario ci si aspetta un contraccolpo sugli utili, il contesto di restrizioni alla mobilità fisica ha reso evidente la necessità di digitalizzare il processo del credito. Dopo anni di alti costi di compliance, per i banchieri adesso sarebbe il 'momento giusto' per abbinare alla pressione regolamentare una 'visione più ampia' che dia maggiore flessibilità alle banche alla luce del nuovo scenario. Parimenti, per le banche, un approccio regolamentare più coerente potrebbe essere un’opportunità da non perdere per investire in tecnologia e digitalizzare i processi. Una minaccia si trasformerebbe così in un’opportunità...per i consigli di amministrazione delle banche...e per i lavoratori?