Categorie
Login
I documenti desecretati USA che raccontano la nascita dell’ISIS
- Dettagli
- Di Comintern
- Mercoledì, 06 Gennaio 2016 08:57
E’ il 2004 quando Abu Musab al-Zarqawi fonda al Qaeda in Iraq, nota con l’acronimo di AQI. Nel 2006 viene fatto fuori da un raid USA. Al suo posto arriva Abu Ayyub al-Masri, che annuncia subito la creazione dello Stato Islamico dell’Iraq (ISI). Dopo la sua uccisione, avvenuta nel 2010 in un’operazione congiunta USA-Iraq, capo dell’ISI diviene Abu Bakr al-Baghdadi, che l’anno successivo, nel 2013, dichiara di avere assorbito un gruppo di militanti, supportati da Al Qaeda, che operano in Siria, conosciuto con il nome di Jabhat al-Nusra, o anche Fronte al-Nusra. Il leader dell’ISI dichiara così la nascita dell’ISIL, lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (con il termine di “levante” ci si riferisce storicamente a tutta l’area che si affaccia sul Mediterraneo dell’est), o anche come Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS). Le due sigle sono equivalenti. Il Fronte al-Nusra, guidato da Abu Mohammad al-Julani, però nega di essersi fuso con l’AQI e di avere dato vita all’ISIL. Dopo 8 mesi di faide interne, il 3 febbraio 2014 al-Qaeda recide i legami con al-Baghdadi, ma un ramo del Fronte al-Nusra, che opera nella città siriana di Al-Bukamal, si unisce lo stesso all’ISIL.
E’ interessante notare come al-Baghdadi sia stato prigioniero degli Stati Uniti in Iraq, nel Camp Bucca, dal 2005 al 2009. Qui lo vediamo in una foto diffusa dal Ministero degli Interni iracheno. “Non era tra i peggiori”, ha dichiarato il colonnello Ken King che lo ebbe in custodia. Conosceva le regole e non si metteva mai in pericolo. Gli Usa l’avrebbero consegnato infine alle autorità irachene, con una solida documentazione a corredo, ma in seguito sarebbe stato inspiegabilmente rilasciato. E avrebbe avviato il regime del terrore che tutti noi oggi conosciamo. Quantomeno curioso. Soprattutto in considerazione delle numerose, leggendarie foto che ritraggono il senatore McCain, nei suoi viaggi in Siria tesi a costituire una forza che si opponesse ad Assad, con un giovane che, se non è al-Bagdhadi, ci somiglia in maniera impressionante. Insieme al presunto al-Baghdadi, ci sarebbe stato anche il temibile Khalid al-Hamad, soprannominato “il mangiatore di cuori” per via di un video che lo immortala mentre divora il cuore di un soldato pro-Assad. Come che sia, il 29 giugno del 2014 l’ISIL proclama la nascita di un califfato mondiale. Al-Baghdadi si autonomina califfo e il gruppo cambia il suo nome in IS, semplicemente “Stato Islamico”, concetto che viene rifiutato da governi e leader musulmani in ogni parte del mondo.
IL NUOVO DOCUMENTO DESECRETATO USA
Un po’ di storia era necessaria per comprendere che nel 2012 esisteva solo lo Stato Islamico dell’Iraq (ISI), ma l’ISIL non esisteva ancora. Acquisisce quindi particolare significato il contenuto del documento desecretato quest’anno, grazie alle pressioni di Judicial Watch, e redatto il 12 agosto 2012 dalla DIA, la Defense Intelligence Agency degli Stati Uniti d’America. La DIA è la componente del Dipartimento della Difesa (Department of Defense, DoD) che fornisce ai decisori politici e militari, nonché al presidente USA in persona, un servizio di intelligence sia sui governi e sugli stati delle zone calde, che sui protagonisti in genere capaci di influire sul complesso degli equilibri geopolitici, pur non essendo Stati veri e propri. Non è un mistero per nessuno che gli Stati Uniti (e non solo loro) desiderino la caduta del regime politico di Assad in Siria, per acquisire il controllo di un’area altamente strategica come quella che consente ai paesi produttori di petrolio di avere uno sbocco nel Mediterraneo. E cosa scrive, nell’agosto 2012, la Defense Intelligence Agency? Scrive che i salafiti, i fratelli musulmani e AQI (al-Qaeda Iraq) sono le principali forze che guidano l’insurrezione in Siria, e inoltre che anche l’occidente, i paesi del golfo e la Turchia vogliono far cadere Assad, mentre la Russia, la Cina e l’Iran sono dalla parte del regime.
Ecco il passaggio a cui fare riferimento:
Nel documento (a pagina 3) si spiega che al-Qaeda Iraq conosce bene la Siria perché si è addestrata lì, prima di trasferirsi in Iraq. Si dice poi che l’AQI sostiene le forze che si oppongono ad Assad e che richiama i sunniti alla guerra contro la Siria, in quanto stato infedele. Poi, nell’analisi sulle possibili conseguenze in Iraq, sostiene che “se la situazione dovesse andare in fumo, c’è la possibilità di creare un principato salafita, dichiarato o meno, nell’est della Siria, e questo è esattamente ciò che i poteri che sostengono l’opposizione vogliono, per isolare il regime siriano”. Si ipotizza quindi che “L’ISI potrebbe anche dichiarare uno Stato Islamico attraverso la sua unificazione con altre organizzazioni terroristiche in Iraq e in Siria”.
Sappiamo dunque che le forze di opposizione ad Assad avevano bisogno della nascita dell’ISIS per abbattere il regime siriano. E lo stesso vice-presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, lo ha sostenuto (“non siamo riusciti a convincere i nostri alleati nel medio oriente a smettere di sostenere gli estremisti in Siria“) mentre l’ex generale Nato Wesley Ckark ha dichiarato che “I nostri amici e alleati hanno fondato l’ISIS per distruggere gli Hezbollah“. Ora, sappiamo con certezza, che gli USA consideravano l’ISIS, fin da prima della sua comparsa, come un modo di isolare il governo siriano, ma sappiamo anche che i suoi alleati lo hanno creato e sostenuto, mentre al Fronte al-Nusra veniva consigliato un po’ di trucco per presentarsi come forza moderata e beneficiare del supporto degli Stati Uniti in termini di armi, che poi finivano però anche nelle mani dell’ISIS. E del resto non si può sapere quanti di quei 60 miliardi di dollari di armi che gli USA hanno venduto all’Arabia Saudita (cioè gli alleati del medio oriente che secondo il vice-presidente degli Stati Uniti d’America hanno finanziato l’ISIS) siano in realtà finiti nelle mani del califfato. Quello che sappiamo è che l’occidente, per assicurarsi il dominio di un’area strategica del pianeta come quella che dalla Siria conduce all’Iraq e all’Iran, ha fondato, finanziato e supportato in tutti i modi la nascita di un movimento destabilizzatore, fortemente votato alla propaganda, il quale avrebbe poi trovato unico canale di diffusione mediatico quel Site (Search for International Terrorist Entities, il sito di monitoraggio USA degli jihadisti sul web) dove Rita Katz ancora oggi diffonde le rivendicazioni dell’ISIS come se avesse un’esclusiva commerciale e, quasi sempre, senza linkare le fonti (per saperne di più sul site, leggi “Ecco da dove arrivano tutte le cose che sappiamo dell’ISIS. Chi è Rita Katz“). Ecco perché i commenti di chi oggi invoca crociate contro gli infedeli, presentando uno scenario a senso unico dove qui siamo tutti buoni e di là sono tutti cattivi, riporta verità parziali, molto spesso demagogicamente tese a orientare l’opinione pubblica in favore di un intervento armato che serve molti scopi diversi, tra i quali il ridimensionamento di una forza sfuggita al controllo occidentale non è che uno di essi, mentre il conseguimento dell’obiettivo militare di abbattere Assad e di quello strategico di controllare l’area del medio oriente rappresentano sicuramente obiettivi primari, anche in considerazione del fatto che l’ISIS conta più o meno 50mila uomini. E non è credibile, in nessun modo, che i più potenti eserciti della Terra possano avere una qualunque, anche remota possibilità di non averne ragione – se davvero lo volessero – in meno di 24 ore.
(foto del senatore Mc Cain in compagnia dei vertici militari dello Stato Islamico)
(fonte: Claudio Messora, 25 novembre 2015 - www.byoblu.com)