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RISPARMI DEGLI ITALIANI? PRODUZIONE, REDDITO, CONSUMI

Oltre 1.400 miliardi tra conti correnti e depositi vincolati: l’ultima foto di gruppo dei portafogli delle famiglie italiane (con un interesse sempre più forte per la liquidità sullo sfondo) è quella scattata dalla Fabi, sindacato dei lavoratori bancari. A fine 2019 la liquidità sui conti correnti veri e propri era pari a 1.019 miliardi di euro, in crescita di 56 miliardi di euro (+5,9%) rispetto all’anno prima, mentre altri 441 miliardi di euro con un saldo positivo del 4,7% (+1%) erano lo stock dei depositi vincolati, quelli che riconoscono un rendimento a fronte di un impegno a non levare il denaro per un certo periodo di tempo. La crescita complessiva di risparmi e investimenti ammonta, a fine 2019, a 4.445 miliardi di euro con un incremento di 45 miliardi di euro molto sbilanciato su conti correnti, a cui si aggiungono fondi pensione e polizze Vita per 1.122 miliardi di euro, con un incremento del 2,3%, pari a 25 miliardi di euro. La tendenza all’accumulo non si è certo arrestata durante il lockdown: nel solo mese di aprile - considerando il dato complessivo, non solo quello delle famiglie, degli afflussi di liquidità su conti correnti, pronti contro termine - sono stati depositati 95 miliardi di euro in più rispetto ad aprile di un anno fa. L'Italia che vuole ripartire deve poter contare su questi 4.400 miliardi di euro che devono essere gestiti dal governo nell'interesse collettivo e indirizzati all'incremento del Pil: lo sviluppo produttivo dipende dalla domanda che a sua volta dipende dal reddito, che è uguale alla produzione. Un effetto moltiplicatore: l'incremento della domanda fa aumentare la produzione; l'aumento della produzione porta a un aumento del reddito dello stesso ammontare, dato che domanda e produzione sono identicamente uguali; la crescita del reddito aumenta ulteriormente il consumo che a sua volta genera un aumento della domanda e così via. Se persiste il clima di forte incertezza c'e il rischio di compromettere l’efficacia degli eventuali stimoli alla domanda e quindi comprimere ulteriormente il Pil, le cui variabili più importanti sono, appunto, i consumi in quanto parte più importante degli impieghi e gli investimenti perché rappresentano il potenziale produttivo del Paese.
Fonti dati:
FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani)
ABI (Associazione Bancaria Italiana)
Banca d’Italia




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