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IL PIL NON SI INCREMENTA CON I BONUS MA CON UNA POLITICA ECONOMICA

Quali sono le variabili che concorrono a comporre il Prodotto interno lordo (Pil) di un Paese? Consumo cioè acquisto di beni di consumo, sia di produzione nazionale che estera, da parte delle famiglie; Investimenti cioè beni acquisiti per uso futuro che sono composti da investimenti fissi delle  imprese, quali impianti e attrezzature, e/o investimenti residenziali, quali immobili industriali o abitativi e/o  investimenti in scorte, anche di magazzino; Spesa pubblica cioè acquisti, sia di produzione nazionale che estera, di beni e servizi da parte del settore pubblico (Stato, Regioni, Comuni) la cui voce principale è costituita in Italia dalla sanità, poi dalla previdenza e poi dalle retribuzioni ai dipendenti pubblici; Esportazioni nette o saldo commerciale cioè il valore totale delle esportazioni meno il valore totale delle importazioni  laddove le esportazioni sono i beni e servizi prodotti in un Paese e venduti all’estero, cioè domanda di beni nazionali da parte del resto del mondo, e le importazioni sono i beni e servizi che un Paese compra dall’estero, cioè domanda di beni esteri proveniente dai residenti, cioè consumatori, da imprese, da governo; Investimento in scorte cioè differenza tra beni prodotti e beni venduti in un anno laddove, se Produzione>Vendite le scorte aumentano, se Produzione<Vendite le scorte diminuiscono.

La macroeconomia ci insegna che un incremento di consumi fa aumentare la domanda che a sua volta genera un aumento della produzione, l’aumento della produzione porta a un aumento del reddito dello stesso ammontare dato che domanda e produzione sono identicamente uguali, la crescita del reddito aumenta ulteriormente il consumo che a sua volta genera un aumento della domanda e così via. Il risultato finale è un aumento della produzione superiore all’incremento iniziale della domanda che influenza la produzione: in macroeconomia si chiama effetto moltiplicatore. Il governo, quindi, deve incrementare il Pil per ridurre il rapporto debito/Pil. Deve puntare su massicci investimenti pubblici ed orientare quelli privati, aumentare la spesa pubblica con un deciso incremento delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione, settore nel quale l’Italia è molto indietro rispetto ai principali partner di riferimento, rilanciare lo sviluppo produttivo, spingere per aumenti salariali e per l’incremento delle esportazioni, favorire nel contempo un aumento, regolato, dell'inflazione. Lo chiede la stessa BCE per puntare a soglia 2%, che metta in moto la ripresa dei consumi in Europa.




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