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LA STRUTTURA DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (Stesura definitiva del 26 aprile 2021)

Definita la struttura del PNRR da parte del governo Draghi, discussione in Parlamento dal 26 aprile, per uno stanziamento complessivo portato a 248,0 miliardi di euro così ripartiti:

  • 191,50 miliardi di euro da UE di cui 68,9 miliardi di euro sovvenzioni a fondo perduto
  • 30,64 miliardi di euro da fondo complementare nazionale 
  • 26,0 miliardi di euro da mobilità (spendibili fino al 2032)

Il Piano italiano è articolato in 6 macro-missioni, cioè aree di investimento:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura con 50,07 miliardi di euro
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica con 69,96 miliardi di euro
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile con 31,46 miliardi di euro
  4. istruzione e ricerca con 33,81 miliardi di euro
  5. inclusione e sociale con 29,62 miliardi di euro
  6. salute con 20,22 miliardi di euro

Questi importi dovranno essere investiti entro il 2026, in aggiunta dovranno essere spesi anche altri 13,00 miliardi di euro entro il 2032.

Le sei macro-missioni sono così composte:

  • missione 1 "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura"  è costituita da 3 componenti e si pone come obiettivo la modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e nel suo sistema produttivo. Una componente è dedicata ai settori che più caratterizzano l’Italia e ne definiscono l’immagine nel mondo: il turismo e la cultura. Tra i punti chiave della mission figura il Piano Transizione 4.0 che può contare su 18,45 miliardi, in calo rispetto ai 19 del piano precedente.
  • missione 2 "Rivoluzione verde e transizione ecologica" si struttura in 4 componenti ed è volta a realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia italiana coerentemente con il Green Deal europeo. Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni volte al risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato e, infine, iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine
  • missione 3 "Infrastrutture per una mobilità sostenibile" è articolata in 2 componenti e si pone l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi. Prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee e valorizzare il ruolo dei porti dell’Italia meridionale
  • missione 4 "Istruzione e ricerca" è uno dei capitoli che nel tempo ha subito maggiori modifiche in fatto di risorse, passando dai 33,81 miliardi della prima versione ai 30,88 dell'ultima. Pone al centro i giovani ed affronta uno dei temi strutturali più importanti per rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro. È divisa in 2 componenti e punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari degli studenti. Sostiene il diritto allo studio e accresce la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Prevede anche un sostanziale rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico.
  • missione 5 "Inclusione e coesione" suddivisa in 3 componenti: 
  • missione 6 "Salute" si articola in 2 componenti ed è focalizzata su due obiettivi: il rafforzamento della rete territoriale e l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con il rafforzamento del Fascicolo Sanitario Elettronico e lo sviluppo della telemedicina.
  • politiche attive del lavoro con focus sul potenziamento dei centri per l'impiego e del Servizio civile universale, sull'aggiornamento delle competenze e sul sostegno all'imprenditoria femminile,
  • infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore che spazia dagli interventi per la disabilità all'housing sociale,
  • interventi speciali per la coesione territoriale che comprende gli investimenti nelle aree interne, quelli per le Zone Economiche Speciali (ZES) e sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità.

Alle 6 macro-missioni, il Recovery Plan nazionale associa parallelamente tre priorità trasversali: donne, giovani e Sud. Questi tre temi che devono essere contenuti in tutti gli obiettivi del Piano nazionale e che saranno misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES. 




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