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SUI GULAG, OLTRE LA PROPAGANDA E LA MENZOGNA.
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- Di Comintern
- Lunedì, 31 Marzo 2025 14:41
Sui Gulag in Urss di è scritto di tutto e di più in Occidente, soprattutto per opera di Robert Conquest, molto attivo nel fabbricare decine di milioni di morti nei Campi per mano comunista. Questo signore, affiancato dai Servizi segreti britannici, lavorava per l'Information Research Department (IRD) - da quando venne istituito fino al 1956 - che fu un dipartimento fondato nel 1947 ed originariamente chiamato Communist Information Bureau, il cui compito principale consisteva nel combattere l'influenza comunista in tutto il mondo, diffondendo storie tra politici, giornalisti e altri in grado di influenzare l'opinione pubblica. Ebbene, ma narrazione cambiò nel momento i cui iniziò la dissoluzione dell'URSS: nel 1990, gli storici sovietici Zemskov e Dugin pubblicarono le statistiche reali dei Gulag per anni di riferimento, attingendo agli archivi ufficiali, segnatamente ai registri del KGB. Ad esempio, nel 1934, nei Gulag si contavano in realtà tra 127.000 e 170.000 detenuti politici mentre il numero esatto di tutti i detenuti nei campi di lavoro, politici e di diritto comune, era 510.307 ragion per cui i prigionieri politici costituivano solo il 25-35% dei detenuti. Conquest nelle sue pubblicazioni sosteneva che nel biennio 1937-1938 - durante il periodo delle cosiddette Grandi Purghe - nei campi di rieducazione fossero stati presenti fino a 7 milioni di detenuti politici, ci fossero stati 1 milione di esecuzioni e 2 milioni di altri morti. In realtà, durante la lotta contro la cospirazione trotzkista nel paese dal 1936 al 1939, il numero di detenuti nei campi era aumentato di 477.789 persone, passando da 839.406 a 1.317.195. Nel 1951 nei Gulag c'erano 579.878 detenuti politici, la maggior parte dei quali era stata collaborazionista dei fascisti, e di questi 334.538 erano stati condannati per tradimento. Dai documenti resi pubblici emerse che la grandissima parte delle pene comminate nei campi di lavoro era inferiore ai 10 anni di detenzione e che la pena di morte era stata abolita al decimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre (1927) ma lasciata in vigore soltanto per i crimini di natura politica e per le rapine a mano armata. Da ultimo, bisogna considerare quale era l'obiettivo sociale e politico perseguito mediante la detenzione nei Gulag: la formazione della cultura, la rieducazione e l'integrazione del prigioniero all'interno della società socialista. Questo si rifletteva, innanzitutto, nella qualità della vita degli stessi detenuti, che venivano inquadrati in una logica di educazione alla cooperazione e alla cosiddetta "competizione socialista". Come scrivono storici, tra i quali Domenico Losurdo, in effetti, nei primi anni Trenta i prigionieri erano relativamente ben trattati e liberi e la dirigenza del Gulag mostrava "una certa tolleranza religiosa" accogliendo addirittura le richieste di una dieta vegetariana avanzate dai membri di alcune "sette religiose". Come riporta un verbale di alcune colonie penali nell'estremo nord nei primi anni Trenta, «essendoci bisogno di ospedali, gli amministratori del campo li costruirono e introdussero sistemi per formare farmacisti e infermieri prigionieri. Avendo bisogno di cibo, costruirono le proprie fattorie collettive, i propri magazzini e i propri sistemi di distribuzione. Avendo bisogno di elettricità, costruirono centrali elettriche. Avendo bisogno di materiali da costruzione, costruirono fabbriche di mattoni. Avendo bisogno di lavoratori istruiti, formarono quelli che avevano. Gran parte della forza lavoro degli ex kulaki si rivelò analfabeta o semianalfabeta, il che causò enormi problemi quando si trattava di progetti di relativa sofisticatezza tecnica. L'amministrazione del campo istituì quindi scuole di formazione tecnica, che richiedevano, a loro volta, più nuovi edifici e nuovi quadri: insegnanti di matematica e fisica, nonché "istruttori politici" per supervisionare il loro lavoro». Una conseguenza fu che negli anni Quaranta, Vorkuta, una città costruita nel permafrost, dove le strade dovevano essere riasfaltate e le condutture riparate ogni anno, aveva acquisito un istituto geologico e un'università, teatri, teatri di marionette, piscine e asili nido. Nei Gulag sovietici, in effetti, i migliori lavoratori venivano rilasciati in anticipo: per ogni tre giorni di lavoro al 100% di adempimento della norma, ogni prigioniero riceveva un giorno di riduzione della sua condanna. Quando il canale del Mar Bianco, al quale lavoravano dei detenuti, fu completato, in tempo, nell'agosto del 1933, furono liberati 12.484 prigionieri e molti altri ricevettero medaglie e premi. L'obiettivo conclamato era, dunque, quello di trasformare i detenuti in cittadini e stakanovisti pronti a partecipare con entusiasmo allo sviluppo del Paese. Importante quello che scrive Anne Applebaum, storica americana del Gulag e non certo simpatizzante del sistema sovietico: «Come nel mondo esterno, anche nei campi si continuavano a tenere "competizioni socialiste", gare di lavoro in cui i prigionieri dovevano competere tra loro, per aumentare al meglio la produzione. Onoravano i lavoratori del campo, per la loro capacità di triplicare e quadruplicare la produzione. Non è un caso che, fino al 1937, quando si rivolgevano ai prigionieri, le guardie li chiamassero "compagni". La prigionia nel campo di concentramento non escludeva la possibilità di promozione sociale». A questo bisogna aggiungere che negli anni Quaranta, la Sezione educativa e culturale di ogni campo di lavoro aveva almeno un istruttore, una piccola biblioteca e un "club" dove venivano messi in scena spettacoli teatrali e concerti, dove venivano organizzate lezioni politiche e si tenevano dibattiti. Risulta evidente da questa panoramica che non solo i Gulag sovietici non fossero paragonabili ai lager fascisti e/o nazisti, la cui funzione era fin dall'inizio la cruenta repressione su base etnica, politica o di minoranze, oppure l'eliminazione fisica di alcune categorie di persone. Per altro, gli alti tassi di mortalità registrati in alcuni anni nei campi sovietici riflettevano in parte gli eventi che si svolgevano all'esterno, in Urss: nell'inverno del 1941-42, quando un quarto della popolazione del Gulag morì di fame, quasi un milione di abitanti di Leningrado, intrappolati dal blocco tedesco, morirono di fame, e carenze e malnutrizione imperversavano in gran parte del Paese. D'altro canto, persino in una situazione così disperata, con una guerra alle porte di casa, nel gennaio 1943 il governo sovietico istituì uno speciale "fondo alimentare" per il Gulag e la situazione alimentare migliorò di pari passo con il rovesciamento delle sorti della guerra in favore dell'Unione Sovietica.